domenica, dicembre 09, 2012
Antologia dal Canzoniere di Fabrizio de Andrè
lunedì, settembre 10, 2012
martedì, giugno 26, 2012
mercoledì, maggio 30, 2012
SPARAGMOI al tg di Canale 3 Toscana
La postiamo qui visto che molti di voi erano a teatro e non l'hanno potuta vedere in onda!
sabato, maggio 19, 2012
reliquia # 7
e ci riporta il tempo
nelle città rumorose dove l'azzurro si mostra
soltanto a pezzi
venerdì, maggio 18, 2012
reliquia # 6
e i colpi si ripetono ed i passi,
e ancora ignoro se sarò al festino
farcitore o farcito. L'attesa è lunga,
il mio sogno di te non è finito.
martedì, maggio 15, 2012
reliquia # 5
The eyes are not here There are no eyes here In this valley of dying stars In this hollow valley This broken jaw of our lost kingdoms
In this last of meeting places We grope together And avoid speech Gathered on this beach of the tumid river
Sightless, unless The eyes reappear As the perpetual star Multifoliate rose Of death’s twilight kingdom The hope only Of empty men.
(T. S. Eliot, The hollow men, 1925)
giovedì, aprile 26, 2012
SPARAGMOI/LACERAZIONI a Siena
Evento organizzato dall'associazione culturale Il Liceone.
Vi aspettiamo!
giovedì, aprile 19, 2012
LA COGNIZIONE DI CHI RIMANE A TERRA - note di regia
per un romanzo montaliano
La partitura testuale del presente lavoro scandisce traiettorie spazio- temporali del romanzo esistenziale montaliano. Montale, come ogni umana creatura è Adulescens, Vir e Senex. Ogni fase della vita vede un’apparizione epifanica femminile.
Lo stesso spazio scenico si propone, nella sua scabra essenzialità, come possibile ricostruzione della vicenda biografica di Montale, anche attraverso la significante presenza dei correlativi oggettivi tesi a fissare ipotesi allegoriche dei momenti fondamentali della crescita dell’uomo e del poeta.
La scoperta che nessuna Verità può più garantire un significato della vita, che nessuna identità è salda e ancorata ad orizzonti di senso predeterminati spinge a lottare in modo arduo proprio nella ricerca di quel senso che ricomponga, almeno in parte, l’animo informe.
La poesia, dunque, risulta essere flebile canto, spezzato in ritmi franti che si percepiscono in distratti disaccordi con un Natura Matrigna che, nel suo abbraccio, mai garantisce sinestetiche fusioni e vitalistici rinnovamenti. È caduta per sempre l’aureola dalla testa dell’uomo-poeta e la sua presenza sul palcoscenico della vita è simboleggiata da una triplice fisionomia, molteplice come la figurazione della sua poesia.
La lirica si trasforma in pulsazioni di attimi di vita vera, in rapidi passaggi di tempo strappati alla dura consapevolezza della crescita che avviene sotto il segno iniziatico del rifiuto del mare. L’approdo doloroso sulla terra risulta essere l’unico orizzonte possibile di abitazione dell’età matura quando il destino è ridotto a meccanicismo che trasforma l’uomo da individuo a automa.
In una terra-vita devastata, e desolata, a picco sul mare e poi rappresa nel chiuso di città, è ancora possibile la ricerca della speranza attraverso miracoli laici che improvvisi si svelano al soggetto: sono gli stati di grazia, il kairòs che nutre la poesia, giallo-dorate cromature, fuolgori di luce, principia individuationis delle donne anelate e amate, e i loro talismani.
Le evocative epifanie delle figure femminili sono l’equivalente di specchi e lenti, schermi coi quali il poeta può osservare e comprendere meglio la propria identità o difenderla dall’accecamento degli specchi ustori del male che hanno il loro posto nello spazio esterno della Terra e di una Storia sempre più sconvolta ed aggressiva nei confronti della libertà di pensiero dell’individuo.
La scena è dimidiata fin dalla comparsa dell’uomo in coppie oppositive: terra/mare, interno/esterno, miracolo laico/tregenda del vivere, e ripete la stessa inevitabile traiettoria fino all’infera notte del poeta-prigioniero, quando lo spazio si ribalta nell’estrema epifania che invera definitivamente la vita e sublima l’incubo in sogno dell’attesa di imprevisti arcani, sola speranza per l’uomo che, nel male di vivere, non rinuncia all’amore, alla pietà e al cammino contro corrente.
C.C.-A.B.
mercoledì, aprile 18, 2012
LA COGNIZIONE DI CHI RIMANE A TERRA / reliquie di poesia montaliana
domenica, aprile 15, 2012
SPARAGMOI / LACERAZIONI a Siena
martedì, aprile 10, 2012
reliquia # 3
reliquia # 2
La cognizione di chi rimane a terra
Ecco un piccolo estratto dalle note di regia dello spettacolo in preparazione: La cognizione di chi rimane a terra: reliquie di poesia montaliana.
Presto, sia sul blog che sulla nostra pagina facebook, maggiori informazioni su luoghi e date.
Lo spazio scenico si configura come una ricerca sperimentale di una possibile ricostruzione di una vicenda biografica ed esistenziale di Montale, attraverso l’uso dei correlativi oggettivi della sua poesia che risulta essere l’allegoria di momenti fondamentali della crescita dell’uomo e del poeta.